Alice Pedroletti
Rêverie (‘Nhomiah)
Tecnica mista
2019
In Rêverie (‘Nhomiàh – dal dialetto camuno: sognare, sognarsi), la narrazione è stata ricostruita unendo il ricordo della sua infanzia trascorsa in Valle Camonica a quella incerta, anche se reale, vissuta per anni nella ripetizione del suo sogno ricorrente. L’opera è composta da una serie di interventi-souvenir che possono essere letti singolarmente, ma che solo nella loro globalità divengono significativi dell’intera esperienza dell’artista. Il porta-cartoline è un oggetto-scultura del quotidiano, racchiudendo le fragili esplorazioni stranianti del territorio, in cui la fotografia non è più intesa come elemento documentativo, ma diviene un mezzo narrativo al pari della parola.
Alle cartoline si somma una scultura realizzata con una piòda in cui l’artista inserisce una delle lenti da lei usate in modo che ognuno possa crearsi una propria visione frammentaria e composita del paesaggio montano che si intravede all’esterno del museo.
A questa lettura visiva, si integra una nuova bòta (dal dialetto: storia, racconto) che nasce dal sogno dell’artista e scritta grazie alla collaborazione della comunità. Da questa sono state estrapolate alcune frasi, poi trascritte sotto i balconi della frazione di Villa: un intervento che permette di guardare il paese con il naso rivolto all’insù, come per ammirare le alte vette che dominano l’abitato. Una traccia tangibile di questo sogno, destinata a svanire, di cui la traduzione in dialetto è elemento “esotico” che l’artista si porta via, ma che allo stesso tempo regala alla comunità come nuova memoria per il futuro.