Alexia Antuofermo
Extracts of Lozio
Tecnica mista
2018

 

L’opera Extracts of Lozio si concentra sul tema dell’estratto, mostrando una visione inedita del territorio, fatta attraverso i frammenti che lo compongono. L’artista ha così esplorato il territorio e durante queste passeggiate ha raccolto diversi frammenti naturali: fiori, terra, insetti morti e altri elementi autoctoni, che sono stati riuniti e organizzati dall’artista in tre tavolette in legno di pino, tagliate nella segheria di Villa. Queste tavolette invitano a leggere i piccoli e diversi campioni raccolti, così come un estratto del territorio e della natura che lo caratterizza.

Alexia Antuofermo
Paths
Pietra, spago, inchiostro
2018

 

L’installazione Paths ricorda la triangolazione e le tecniche per misurare gli spazi e localizzarli. Durante le diverse passeggiate a Lozio, l’artista ha raccolto molte pietre, le quali sono state collegate tramite una corda, così da materializzare degli itinerari tra questi diversi micro-spazi, come una mappa simbolica in tre dimensioni, dove si tessono dei fili di collegamento tra le pietre e dove si crea una tensione tra tutte queste rocce. L’opera va però oltre la semplice rappresentazione di una mappa: i simboli lasciati dall’artista su delle pietre rappresentano alcune delle sue esplorazioni, concentrandosi così sul rapporto tra le linee, la tessitura, lo spazio e il testo: il territorio diventa quindi come una trama di connessioni e coordinate di luoghi da scoprire ed esplorare.

Alexia Antuofermo
Il chiacchiericcio delle pietre
Pietra, inchiostro
2018

 

L’opera Il chiacchiericcio delle pietre nasce dall’omonimo workshop proposto dall’artista durante la sua residenza. In questa giornata, l’artista ha lavorato con diversi partecipanti – sia bambini che adulti – i quali sono stati invitati a scrivere un testo oppure a disegnare qualcosa su una pietra a loro scelta, lasciando così una traccia del proprio passaggio. Disegnare sulle pietre, infatti, rappresenta per l’artista un qualcosa di universale che può ricordare allo stesso tempo anche delle pratiche ancestrali. In questo senso, le pietre sono il primo strumento utilizzato dall’uomo che ha una durata nel tempo: riescono così a preservare il modo in cui esprimiamo e materializziamo i nostri pensieri nello spazio. Le pietre, infatti, mantengono la memoria della storia geologica di un territorio, le tracce di biodiversità, comprese anche quelle dei pensieri umani. L’artista attraverso questo workshop ha voluto così creare una relazione tra l’arte rupestre della Valle Camonica e l’uomo odierno. Dopo il laboratorio, le pietre sono state installate dall’artista così che il paese possa ricordarsi del passaggio di ognuna di queste persone, che hanno lasciato un segno di sé sulla roccia.

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ALEXIA ANTUOFERMO

Versailles, 1987

 

Alexia Antuofermo vive e lavora a Montrouge. E’ artista visiva e dottoranda in Visual Arts and Art Sciences nel gruppo di ricerca Art & Flux. Nel 2015, durante uno scambio alla New York University, ha l’opportunità di presentare vari spazi della città, come a The Commons Gallery. Da allora ha cominciato a esporre in Francia. Nel 2017, ha organizzato la mostra collettiva BIØS, in collaborazione con la Jeune Création Internationale, esponendo opere legate alla scrittura e al linguaggio digitale.

Foto Magali Rifflart Villeuneuve

*BACKSTAGE